martedì 14 febbraio 2017
Un peccato aver affossato la Conferenza Programmatica di Orlando
Non nascondo un po' di amarezza per come è andata la direzione di ieri. Ho scritto in questi giorni la mia contrarietà sia alle elezioni anticipate che al congresso anticipato.
Piuttosto avverto la necessità del Governo di governare fino al termine della legislatura per affrontare i temi sociali più incombenti e i rapporti con l'UE, e quella del Segretario di rimettere in piedi un PD indebolito, povero di iscritti, privo di tesseramento. Un PD soprattutto che deve sciogliere le questioni legate alla natura, come ad esempio decidere se tornare ad essere un partito popolare non solo a parole (ultima analisi è dato come terzo partito tra gli operaio e primo tra i manager e pensionati) e la sua vocazione istituzionale, ovvero scegliere di abbandonare definitivamente la sventurata idea di poter bastare a se stesso anziché diventare regista e poo gravitazionale di aree più vaste.
Ma ieri si è deciso di andare al congresso e se siamo arrivati lì, un mea culpa da parte della "ditta" (che sempre tanto mi sta a cuore) è purtroppo doveroso.
Mi spiace non sia stata valorizzata la proposta dal Ministro Orlando di preparare una Conferenza Programmatica che potesse risolvere le questioni di cui sopra meglio di quanto possa fare un Congresso, senza legare le sorti della discussione all'elezione della nuova classe dirigente.
Mi auspico almeno che ci sia il tempo necessario per rimettere in moto la macchina, per capire dove si vuole andare e per capire con chi.
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